Editoriali

Al Laser, al Laser… la nuova frontiera. Ma nuova frontiera di che? Del business.

laser1Pare incredibile come sui siti di tanti studi odontoiatrici si leggano affermazioni prive di qualunque valore scientifico, raffazzonate, approssimative quando non palesemente false.

L’ultima trovata è quella del laser. “Laser: la cura indolore per la parodontite” oppure: ”La nuova frontiera Laser nella terapia della parodontite” e via stupidando. Vediamo di considerare con attenzione le affermazioni che sono alla base di queste rivelazioni sorprendenti.

  • “Lo sviluppo della tecnologia laser ci ha portato ad un livello superiore nella terapia della malattia parodontale” Ciò NON corrisponde ad alcuna certezza scientifica. Quando un medico fornisce delle informazioni al pubblico e ai propri clienti DOVREBBE attenersi ha ciò che è scientificamente dimostrato, non a ciò che può servire a richiamare le allodole.

Vediamo infatti cosa è pubblicato sulle più prestigiose riviste internazionali:

“ Con questo lavoro, gli autori hanno voluto studiare l’ eventuale utilità dello YAG laser nel trattamento delle periodontiti, con un randomizzato trial controllato si è cercato di capire se il ND-YAG laser aggiunto al debridement sopra e sotto gengivale può portare a risultati clinici migliori in comparazione con scaling e root planing da solo. La conclusione è che “nelle tasche residue maggiori di 5 mm. trattate con l’aggiuntivo uso di ND:YAG laser non si aggiunge nessun vantaggio clinicamente rilevabile” (1)   “Entro i limiti di questo clinical trial, e considerando il laser utilizzato, non si è dimostrato alcun batteriologico e clinico effetto benefico sul trattamento delle tasche parodontali residue.” (2) “Questo studio è stato realizzato come cieco, randomizzato, controllato clinical trial. Dopo tre mesi di debridement sottogengivale nessun addizionale vantaggio è stato evidenziato con l’uso aggiuntivo del Dd:YAG laser. Le analisi microbiologiche hanno riflettuto questi risultati clinici.” (3)  Continuare con simili citazioni sarebbe inutile e noioso. Quello che va detto con chiarezza è che, ad oggi, nessun lavoro è mai stato pubblicato, su queste riviste, che affermasse il contrario, al massimo lievi e modesti miglioramenti.

  • “Una volta diagnosticata la patologia, il primo passo per la cura è la pulizia profonda delle tasche gengivali. Il dentista… può utilizzare dei metodi convenzionali quali il curettaggio gengivale o l’ablatore ad ultrasuoni eseguite in anestesia locale” E qui, in tre righe, abbiamo un capolavoro di approssimazione, insipienza diagnostica e operativa. Andiamo con ordine. La patologia NON dovrebbe essere diagnosticata perché il paziente dovrebbe essere costantemente seguito dallo studio e, al primo segnale di gengivite, trattato in modo energico per bloccare la situazione. Ma ammettiamo che il paziente arrivi in studio mai visto prima, ammettiamo che abbia lesioni parodontali con tasche e sanguinamento, NON è il dentista ma è l’igienista che deve prenderlo in carico e seguirlo fino a remissione della patologia. A volte sono necessarie molte sedute di full mouth disinfection a distanza ravvicinata (2/3 mesi), può essere necessario un anno o più ma, senza questa terapia che, su indicazione e controllo dell’odontoiatra deve fare l’igienista, non si va da nessuna parte. Anche perché questa è solo la metà della cura. L’altra metà consiste nell’addestramento ad una corretta igiene orale domiciliare, alla verifica, alla rimotivazione, alle successive sedute di controllo del sondaggio e del sanguinamento. E poi: il curettaggio gengivale è una manovra chirurgica che deve fare l’odontoiatra e NON serve a rimuovere il tartaro, perché il tartaro NON sta sulle gengive, Il curretage consiste nella asportazione chirurgica della parte molle della tasca perché infarcita di spore batteriche e tossine. E se proprio vogliamo dirla tutta l’ablatore a ultrasuoni NON è “un metodo convenzionale”: è uno strumento per la rimozione del tartaro sopra e sotto gengivale. Questi sono concetti che sono affermati e universalmente riconosciuti da più di 25 anni: “ Il trattamento combinato igiene orale scaling e root-planing ha dimostrato di conseguire risultati sovrapponibili a quelli ottenibili con le varie tecniche chirurgiche. “ (4) “Che gli scaler ultrasonici fossero un valido ausilio per lo scaling sopra e sottogengivale era già noto nel 1983 quando D. Lange ne presentava i vantaggi e i possibili modi d’uso.” (5) “Questo studio clinico dimostra che lo strumento ultrasonico considerato è efficace almeno come le curettes” (6)
  • E la ciliegina sulla torta è rappresentata da quello che uno scrive sul suo sito: “… Questa nuova tecnica richiede un laser con una lunghezza d’onda specifica (cosa che la maggior parte dei Laser odontoiatrici economici in circolazione non hanno) e uno specifico mezzo   contrasto studiato per legarsi ad i batteri e ai tessuti malati…. La differenza fondamentale tra questo metodo e un trattamento di laser terapia tradizionale sta proprio nel fatto che i tessuti sani non vengono danneggiati, mentre con un laser tradizionale si vanno necessariamente a “bruciare” tutte le gengive sia sane che malate”. Al di là del fatto che chi ha studiato medicina dovrebbe padroneggiare meglio la lingua italiana, rimane il fatto che se si fanno delle affermazioni in campo scientifico, si devono fornire tutti i riferimenti affinché chi legge sia in grado di valutare correttamente le informazioni ricevute e, eventualmente, verificarle. Qui, al di la delle chiacchiere e delle idea divertente che “gli altri dentisti” vanno in giro “bruciando” tutte le gengive con laser inadeguati, non c’è nulla.
  • E a chiudere ogni dubbio arriva una lettera della Società Italiana di Parodontologia, scritta dal Comitato Direttivo della Società che afferma: “…tutti gli studi fino ad oggi pubblicati concordano sul fatto che i benefici ottenuti non sono mai superiori alle procedure convenzionali e che il laser non determina nessun vantaggio aggiuntivo se usato in combinazione con la terapia tradizionale…Pertanto la SIdP raccomanda cautela alla popolazione nell’affidarsi a cure “miracolistiche”, che, oltre ad essere spesso molto costose, al momento non sono in grado di migliorare i risultati clinici che si possono ottenere con la terapia convenzionale.” (7)

Bibliografia

1) DE Slot, MF Timmerman, PA Versteeg, U van der Velden, FA van der Weijen, “Adjunctive clinical effect of a water-cooled Nd:YAG laser in a periodontal maintenance care prgramme: a randomized controlled trial” J. of Clin. Periodont. Dec. 2012, 39;12:1159-1165

2) Carvalho VF, Andrade PVC, Rodrigues MF, Hirata MH, Hirata RDC, Pannuti CM, De Michelis G, Conde MC: «antimicrobical photodinamic effect to treat residual pockets in periodontal patients: a randomized controlled clinical trial» J. Clin. Periodontology 2015; 5:440-447

3) “Adjunctive effect of a water-coled Nd:YAG laser in the treatment of chronic periodontitis” Slot DE, Kranendonk AA, Van der Reijden WS, Van Winkelhoff AJ, Rosema NAM, Shulein WH, Van der Velden U, Van der Weijden FA. J. Clin. Periodontol. 2011: 38: 470-478.

4) Lindhe 1982, Nyman 1985, Karring 1986, Ramfjord 1987, Becker 1990, Kleser B. “Non surgical…” Proceedings 1o European Workshop Period. 1993

5) Lange DG:”Parodontologia nella pratica quotidiana” Scienza e Tecnica Dentistica Ed. Internazionali 1983

6) Beuchat M, Busslinger A, Scmidlin P.R, Michel B, Lehmann B, Lutz F: “Clinical comparison of the effectiveness of novel sonic instruments and curettes…” J.Clin. Periodont. 2001; 28: 1145-1150

7) A cura di SIdP pubblicata il 9 novembre 2016