In occasione del XIII Congresso nazionale, il presidente Lorenzo Lo Muzio ci descrive l’attività e le finalità della Sipmo, la Società Italiana di Patologia e Medicina Orale.
Presidente, quali sono i progetti sulla prevenzione del cancro orale e dell’osteonecrosi da bifosfonati portati avanti dalla Sipmo durante la sua presidenza?
La Sipmo, in collaborazione con altre società scientifiche nazionali ha intrapreso nell’ormai lontano 2009 un percorso di supporto alla Commissione Nazionale Albo Odontoiatri (Cao) della Fnomceo (Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri) nello sviluppo di progetti di divulgazione clinica e scientifica per tutti coloro che esercitano la professione odontoiatrica.
Il primo progetto, presentato il 18 settembre 2009 a Roma al Ministro Fazio, prevedeva un attacco su quattro assi al cancro orale, da qui il nome “Progetto Tetra”, che, per la prima volta in Italia, ha visto unite la Cao, presieduta da Pippo Renzo, e le società scientifiche istituzionali di riferimento in tema di salute del cavo orale, ovvero la Sipmo e la Siocmf (Società Italiana di Odontoiatria e Chirurgia Maxillo-Facciale), presieduta allora da Egidio Bertelli e rappresentata da Sandro Pelo. Il progetto si basava su un intervento di motivazione ed educazione alla prevenzione primaria per gli operatori odontoiatrici, con contestuale presentazione di una rete di riferimento di specialisti in medicina e patologia orale, anatomia patologica e chirurgia maxillo-facciale che potesse supportare l’azione del singolo odontoiatra. Si mirava a migliorare la consapevolezza dei professionisti sul rischio per il carcinoma orale e la loro capacità di eseguire tecniche di counselling, puntando a preparare gli stessi operatori alla diagnosi precoce, fornendo, infine, una Rete di Riferimento di strutture del Sistema Sanitario Nazionale, specializzate nella diagnosi clinica e istopatologica. Si è trattato di un approccio innovativo per il nostro Paese, che ha visto coinvolti odontoiatri appartenenti al Ssn, libero professionisti, strutture del Ssn di diagnosi clinica e anatomopatologica, e di chirurgia distrettuale. Parte integrante del progetto è stato il corso di aggiornamento itinerante nella penisola per odontoiatri, con docenti esperti, scelti dal consorzio ad hoc Cao-Sipmo-Sicmf, basato su un manuale di riferimento sulla problematica contenente in allegato un dvd con tutte le presentazioni del corso. Il successo del corso si deduce dal numero di odontoiatri raggiunti in questa prima edizione, circa diecimila in tutta la penisola.
Sulla scorta delle esperienze maturate con questo progetto, la Sipmo, affiancata stavolta dalla Sicmf, ma sempre in collaborazione con la Cao, ha organizzato un nuovo progetto sulla osteonecrosi delle ossa mascellari da farmaci, progetto che prevede il suo avvio in questi giorni su tutto il territorio nazionale, utilizzando la stessa formula del corso itinerante, del manuale e della rete di specialisti di riferimento. Con queste premesse, le Società Scientifiche Italiane Sicmf e Sipmo hanno deciso di reinvestire professionalità e risorse in questo nuovo progetto che prevede la revisione delle “Raccomandazioni clinico-terapeutiche per la prevenzione e la terapia della osteonecrosi farmaco-correlata”, dopo appena due anni dalla precedente versione, attraverso una raccolta capillare e un’analisi organica e condivisa delle informazioni scientifiche disponibili. Infatti nel 2013, un gruppo di esperti (Chirurghi Maxillo-Facciali, Odontoiatri e Medici con competenze di Medicina e Patologia Orale, Chirurgia Orale e Oncologia) aveva costituito il panel sulla Bronj e stilato la prima versione di tale monografia, in parte ripresa poi dal Ministero della Salute nelle sue “Raccomandazioni per la promozione della salute orale, la prevenzione, delle patologie orali e la terapia odontostomatologica nei pazienti adulti con malattia neoplastica” licenziate nel 2014. Nel 2015, lo stesso panel, coordinato dalla Prof.ssa Giuseppina Campisi, si è dedicato generosamente alla stesura di una nuova versione (e di relativo cd per il corso di aggiornamento agli odontoiatri), adeguandola alle nuove conoscenze nel frattempo emerse riguardo a questa patologia farmaco-correlata. Rimaniamo convinti della necessità di ridisegnare il percorso assistenziale di tale malattia e di raccomandare a ciascun professionista, coinvolto in questo percorso, un ruolo operativo ben definito. Il grande obiettivo finale delle nostre società scientifiche è anche quello di divulgare le conclusioni in modo capillare su tutto il territorio italiano.
Mi corre l’obbligo, quindi, di ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile entrambe le iniziative, ovvero il dottor Pippo Renzo, Presidente della Cao Nazionale, i presidenti della Sicmf e della Siocmf, che hanno cooperato, ed il direttivo della Sipmo che mi ha sempre supportato.
Dal 8 al 10 ottobre a Bologna si svolgerà la XIII edizione del Congresso nazionale Sipmo. Un programma scientifico molto interessante che coinvolge numerosi relatori con competenze diverse. Ce ne può descrivere i punti salienti?
Il Congresso si aprirà con la lectio magistralis di Pierluigi Lollini dell’Università di Bologna sulla “Immunoprevenzione dei tumori”. Il programma scientifico verterà su argomenti di ricerca di base, traslazionale e clinica nell’ambito della patologia e della medicina orale, ma comprenderà anche un’intera sessione dedicata al trattamento odontoiatrico nel paziente con diverse problematiche sistemiche, con la partecipazione attiva di colleghi internisti e cardiologi. Sarà, quindi, questo un importante momento di confronto nella gestione interdisciplinare del paziente con anamnesi medica positiva.
Come di consueto daremo spazio anche alle attuali linee di ricerca delle diverse scuole italiane nella sessione poster e come ogni anno sarà assegnato il Premio “Valerio Margiotta” per la migliore tesi di Laurea inerente ad argomenti di Patologia e Medicina Orale. I lavori di ricerca delle diverse scuole italiane e la consegna del Premio “Valerio Margiotta” rappresentano da sempre un momento prezioso della vita associativa della Sipmo, favorendo lo scambio di idee e la collaborazione tra le Scuole e i giovani neolaureati che si avvicinano al mondo della Patologia e Medicina Orale.
Il sabato pomeriggio si terrà un corso post-congressuale interamente dedicato alle problematiche odontoiatriche connesse all’assunzione di bifosfonati e altri farmaci. Argomento di estrema attualità di cui la Sipmo si è sempre occupata. Ce ne può anticipare i contenuti?
Sabato 10 ottobre, nel pomeriggio, dopo la conclusione dei lavori congressuali abbiamo organizzato un interessante Workshop, peraltro gratuito con Ecm, dal titolo “Osteonecrosi delle ossa mascellari da bifosfonati e da altri farmaci. Nuovi paradigmi nella ricerca e nella Clinical Practice” che farà il punto della situazione su questa problematica. E’ prevista la partecipazione dei maggiori esperti italiani sulla osteonecrosi delle ossa mascellari e di un dirigente dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), l’autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci in Italia. Ormai da alcuni anni si dibatte sull’osteonecrosi delle ossa mascellari associata ai bisfosfonati (Bisphosphonates Related Osteonecrosis of Jaws-Bronj o Bp-Onj), certamente una tra le più severe patologie odontoiatriche emergenti. Nel corso di pochi anni siamo passati da isolati reports a migliaia di casi descritti nella Letteratura internazionale. La comunità scientifica ha riconosciuto sin da subito la gravità del problema e, di conseguenza, la necessità di definire delle regole di comportamento per la tutela del diritto alla salute del paziente, nell’interesse dell’intera collettività. Tuttavia, recentemente sono emersi casi di osteonecrosi delle ossa mascellari associati a farmaci diversi dai bisfosfonati (nonBp-Onj). Si tratta di alcune classi di farmaci di recente introduzione nella pratica terapeutica, quali il denosumab, gli antiangiogenetici, ma anche di altri agenti utilizzati per l terapia target in oncologia. Ma, mentre molto ormai si sa sui bisfosfonati, meno conosciute sono queste nuove molecole. Trattasi di farmaci con caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche diverse dai bisfosfonati, per esempio con emivita più breve, che l’odontoiatra e gli operatori del settore devono imparare a conoscere per non temerli e operare tranquillamente nel rispetto dei profili di sicurezza. Sono certo che emergeranno dai lavori delle conclusioni interessanti. Spero che gli odontoiatri, anche non esperti in Medicina Orale, vorranno partecipare numerosi.
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