I Casi/News

Case report di Minirialzo del seno con rigenerazione GBR

INTRODUZIONE

La Rigenerazione Ossea Guidata (GBR) è una tecnica sviluppatasi nei primi anni ’90 come conseguenza della Guided Tissue Regeneration (GTR). La differenza importante tra le due tecniche è rappresentata dal fatto che, mentre nella GTR l’obiettivo è quello di rigenerare attacco e osso alveolare attorno alla radice del/dei denti, nella GBR l’obiettivo è solo quello di rigenerare l’osso poiché, ovviamente, attorno all’impianto non si ricrea parodonto.

Mentre nel dente naturale si ricrea  osso, legamento e cemento, e le nuove fibre del legamento si inseriscono nel cemento e nell’osso unendo così le due strutture in modo solido ma elastico, nel caso dell’impianto non vi sono fibre del legamento parodontale e l’osso ingloba direttamente l’impianto.

Questo fatto è di grande importanza poichè, in questo modo, sarà differente anche il sistema circolatorio: nell’impianto, infatti, non sono presenti vasi del legamento parodontale e l’apporto ematico sarà decisamente inferiore a quello presente nel dente naturale.

Queste differenze si traducono sul piano clinico: sarà più facile, in GBR, ottenere neoformazione ossea, poiché sarà più semplice isolare con la membrana il difetto osseo, coprendo tutto con il lembo. Al contrario, nella GBR, la fuoriuscita del moncone del dente dalla gengiva renderà più difficile il completo isolamento con la membrana e il mantenimento nel tempo.

Per ottenere GBR è comunque indispensabile raggiungere la detersione chirurgica del difetto, in modo da rimuovere la gran parte del tessuto infarcito da spore batteriche. Se il difetto non è space-making va riempito con materiale biocompatibile e riassorbibile per mantenere il volume, va posizionata la membrana a totale copertura della lesione e vanno suturati attentamente i lembi al di sopra.

MATERIALI E METODI

Nel febbraio 1995 la signora si presenta alla mia osservazione con frattura del 14 e evidente mobilità della parte residua. (dia n. 1 e 2) Si decide dunque per l’avulsione e, su insistenza della paziente, si opta per un impianto, come per tutti i casi in cui ciò sia possibile: impianto immediato post estrattivo.

Risulta evidente, dalle dia, l’importante perdita di tessuto osseo, per cui l’impianto è totalmente nel vuoto e non vi è alcuna stabilità primaria. (dia n. 3 e 4).

Si procede nella ricerca della stabilità primaria facendo un mini rialzo del pavimento del seno mascellare. Gli ultimi due millimetri apicali di osso alveolare vengono fratturati con osteotomo (diametro 3.8 millimetri) spinto apicalmente con colpi di martello chirurgico. Appena fratturato il pavimento del seno si è proceduto all’inserimento, tramite zeppatore manuale, di 1 flacone di osso bovino (BioOss della Geistlich) a al posizionamento di un impianto (Bone System- Italia) di 12 millimetri (lunghezza) per 4.1 millimetri di diametro. L’impianto, penetrato per circa 2 millimetri nel seno, raggiungeva una buona stabilità primaria. Nella radiografia si evidenzia la penetrazione nel seno. (dia n.5)

dia n. 5: le frecce indicano la profondità visibile della perdita ossea corono-apicale.

Poiché residuava la fenestrazione vestibolare si posizionava una membrana non riassorbibile sull’intera area, sostenendola con una griglia di titanio. (dia n. 6 e 7).

Dopo 5 mesi, alla riapertura e rimosse griglia e membrana, si può vedere le rigenerazione ottenuta. ( dia n. 8) Nella dia n. 9 la evidenza radiografica.

RISULTATI E DISCUSSIONE

A gennaio 2018, dopo 24 anni,  il risultato si mantiene costante: l’impianto è stabile e asintomatico con valido effetto estetico. (dia n. 10, 11 e 12)

La qualità dei materiali impiegati è sicuramente decisiva per un risultato così a lungo termine, ma non è sufficiente. Altro elemento decisivo è la consapevolezza, da parte del paziente, dell’importanza della cura della propria bocca. La paziente si reca regolarmente, ogni sei mesi, da 24 anni, presso lo studio per la seduta di igiene orale professionale. Ha acquistato e usa, sistematicamente, lo spazzolino elettrico e gli scovolini interprossimali. Si è cioè raggiunta l’alleanza terapeutica tra paziente e team odontoiatrico, unica condizione in grado di mantenere e rafforzare i risultati raggiunti.