Mettere impianti non è fare implantologia.
Fare implantologia significa risolvere protesicamente con il supporto implantare il o i problemi masticatori, estetici, fonetici, funzionali del paziente.
E significa risolverli sul lungo periodo. I dati della letteratura ci dicono che così non è, perché mediamente vengono registrate tra il 18.5 e il 74.2% mucositi perimplantari e una percentuale di perimplantiti che varia tra l’8 e il 28%.
La causa di queste malattie è il deposito di placca batterica e dunque la insufficiente igiene orale professionale e domiciliare.
Un lavoro molto importante di Monje et al. appena uscito su EBD così conclude: “nei limiti di questa revisione sistematica si può concludere che la terapia implantare non deve essere limitata al piazzamento e alla protesizzazione degli impianti, ma al miglioramento della terapia di mantenimento perimplantare per potenziare la prevenzione delle complicanze biologiche e innalzare la percentuale di successi a lungo termine. I risultati della nostra indagine suggeriscono un minimo di richiamo per la terapia di mantenimento perimplantare ogni 5/6 mesi.”
A questo punto ci si domanda chi nello studio è in grado di seguire con igiene orale professionale tutti i pazienti che sono stati sottoposti a terapia implantare, se non l’igienista. Dunque possiamo tornare al titoletto di questa breve news: “che impianti fai, se l’gienista non ce l’hai?”
“Implant maintenance treatment and peri-implant health” MonjeA, Aranda L, Diaz KT, Alarcon MA Bagramian RA, Wang HL, Catena A. EBD 2017:18.1;8-10
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