È bello e giusto che venga sempre consegnato al paziente un modulo di consenso informato specifico per ogni terapia. È bello e giusto che il paziente legga e sottoscriva, che tali moduli vengano archiviati e conservati a comprova della effettuata informazione. È bello e giusto che l’odontoiatra chieda al paziente se ha capito quale terapia verrà eseguita, quali sono i vantaggi e quali gli eventuali rischi.
Così sembra tutto a posto, ma a posto non è. Una recente ricerca uscita sul JADA (Journal of American Dental Association) ci informa del fatto che:
- Sono stati analizzati 19 studi pubblicati su questo tema
- Analizzando la comprensione, da parte dei pazienti, di standardizzati moduli di consenso informato, risultava che solo una percentuale variabile tra il 27 e l’85 % dei pazienti aveva effettivamente capito
- Solo una percentuale di pazienti tra il 20 e l’86 % risultava ricordarsi di cosa si trattava
- Ciò significa che frequentemente i pazienti non comprendono realmente il senso delle informazioni fornite anche se, a precisa domanda da parte del dentista, dicono di aver capito.
I risultati di questa revisione sistematica dovrebbero allertare i dentisti sul fatto che, anche se i pazienti dichiarano di aver compreso le informazioni che hanno ricevuto, possono in realtà averne una comprensione solo parziale e limitata. Sarebbe dunque importante aggiungere ulteriori spiegazioni al modulo di consenso informato.
Bibliografia:
- C.F.Moreira, C.P.Pereira,L.Keenan,G.Cummings,C.Flores-Mir: “Informed consent comprehension and recollection in adult dental patients” JADA 147(8) Agosto 2016: 605-619
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