L’anno scorso, su “Odontoiatria: team at work” scrivevo:
“…numerosi odontotecnici, o ex panettieri o ex fantini, coadiuvati da assistenti odontoiatriche che sono ex parrucchiere, ex impiegate della Upim, ex donne delle pulizie, pasticciano nella bocca dei cittadini italiani con risultati a dir poco negativi…il problema ancora più grave è che tutto questo caravan serraglio viene spesso coperto da medici (che vergona) compiacenti che in cambio della copertura con il proprio nome, passano una volta alla settimana a ritirare il pizzo”.
Ma nella proposta di legge presentata in Senato contro l’abusivismo professionale interviene un cambiamento, grazie ad altri senatori tra i quali Razzi e Mussolini. E grazie a questo cambiamento scompare la figura dei prestanome, i quali vengono così salvati da ogni responsabilità e possono continuare a fare danno ai cittadini italiani.
Ora, un anno dopo, il problema dei prestanome torna a fare capolino attraverso un emendamento (che qualcuno si sia vergognato?), e l’on. Marco Rondini evidenzia l’aspetto positivo della legge pur se: “… una approfondita rilettura e verifica della riformulazione dei vari emendamenti presentati evidenzia alcune carenze, soprattutto in ordine alle sanzioni contro i prestanome.” Alcune carenze? Ma non è più semplice dire che il testo dell’emendamento, così com’è, non va bene? Leggiamo questo emendamento che dovrebbe servire a colpire i prestanome:
“… nei confronti del professionista che ha determinato altri a commettere il reato di cui al primo comma ovvero ha diretto l’attività delle persone che sono concorse nel reato medesimo.” E’ una frase che prevede mille scappatoie e mille attenuanti. E’ la classica frase in politichese italiano che si traduce in: “fatta la legge in modo tale da trovare l’inganno”.
Che la vera, drammatica piaga, sia rappresentata dai prestanome, senza i quali gli abusivi farebbero molta più fatica e esistere, è dimostrato anche dalla ultima operazione della Guardia di Finanza che, a Bergamo, (a Bergamo? Ma la Lombardia non era una regione virtuosa?) ha concluso una operazione contro 10 persone per esercizio abusivo della professione, 6 delle quali in concorso in esercizio in quanto iscritti all’albo degli odontoiatri, cioè prestanome. Ma non è tutto qui. Sono emersi anche 4.2 milioni di euro di redditi non dichiarati. Ma non è tutto qui. Nel laboratorio indagato venivano anche prodotte protesi senza certificazione che venivano vendute ai professionisti in nero. Ancora una volta si dimostra che se c’è lavoro abusivo è perché qualcuno, che dovrebbe essere garante della onestà e della correttezza, non è né onesto né corretto.
Meditiamo amici, meditiamo.
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