Editoriali

L’EUROPA RIDUCE IL CONSUMO DI PLASTICA. E GLI STUDI ODONTOIATRICI?

static1.squarespace.jpgRaggiunto un accordo, nelle Istituzioni Europee, per ridurre in modo significativo il consumo di plastica. Dal 2021 posate e piatti, cannucce, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come le scatole dei fast food), cotton fioc saranno vietati. Un altro passo avanti dopo il divieto ai sacchetti di plastica già in atto. Da sola l’Europa genera ogni anno 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, ma meno del 30% di questo materiale viene raccolto per poter essere poi riciclato, contribuendo a inquinare l’ambiente e in particolare quello marino, in cui l’80% dei rifiuti complessivi è composto da plastica. I danni ambientali provocati da questa dinamica sono stimati in 22 miliardi di euro da qui al 2030 e la nuova normativa dell’Unione europea porterà a un risparmio diretto per i consumatori di circa 6 miliardi di euro annui (Wired.it). Il problema drammatico dell’inquinamento dei mari e del pianeta DEVE essere affrontato da subito perché ha raggiunto dimensioni prossime al punto di non ritorno. Certamente sono utili i piccoli passi della politica europea, ma prima di tutto serve un cambiamento di mentalità e una crescita culturale di noi tutti. È dai cittadini d’Europa che può e deve iniziare il cambiamento. Quando sul fondale dello stretto di Messina troviamo tonnellate di rifiuti comprensivi di vecchi frigoriferi, rottami di automobili, ruote ecc., non è necessario pensare alle leggi europee, dobbiamo riflettere sulla cultura del nostro popolo. Quando in provincia di Milano vanno a fuoco, uno dopo l’altro, depositi abbandonati con tonnellate di rifiuti tossico-nocivi e nessuno va mai in galera, dobbiamo riflettere sulla cultura del furbo e del menefreghista così diffusa tra i nostri concittadini. Dobbiamo cominciare da noi, dalla nostra cultura civica. Quanta plastica utilizziamo nei nostri studi? Abbiamo cominciato a pensare come sostituire la plastica con materiali riciclabili, come per esempio i bicchieri di carta? Abbiamo organizzato lo scarto in modo da raccogliere la plastica separata dalla carta, separate da altri rifiuti? No? E allora cominciamo!