Il 20 Agosto 2015 si sono celebrati a Roma, i funerali di Don Vittorio Casamonica. Don Giancarlo Manieri, della parrocchia di S. Giovanni Bosco poteva rifiutarsi di essere il coprotagonista di questo spettacolo, perché la legge canonica prevede la possibilità, per il sacerdote, di rifiutare il funerale cattolico ai boss mafiosi. Tutti abbiamo sentito Papa Francesco promettere la scomunica ai mafiosi.
Mettiamo per un momento in secondo piano la scenografia dell’evento che ha umiliato gli italiani (cavalli con il pennacchio nero, carrozza in stile “cenerentola”, elicotteri che gettavano fiori e la colonna sonora de “il padrino”), quello che proprio ci si poteva evitare era di invitare i figli del boss in una trasmissione mandata in onda dalla TV di Stato “Porta a Porta”, condotta da Bruno Vespa.
La cosa non è piaciuta a molti:
“Uno spettacolo vergognoso e offensivo”, hanno detto i consiglieri Pd in Campiodoglio, “un affronto a chi dà battaglia alle mafie, un abuso ai danni del servizio pubblico e dell’immagine della Capitale”. Agli esponenti locali si sono poi uniti quelli nazionali, e ha preso posizione nettamente contraria anche il presidente Matteo Orfini.
Sindaco Marino: “Invito in tv grave e paradossale” – “La partecipazione a una delle trasmissioni di punta del servizio pubblico Rai della famiglia Casamonica è grave. Oltre che paradossale. Credo che tutto ciò non sia accettabile in un servizio pubblico”.
Bruno Vespa, da parte sua, ha risposto con una nuova puntata del programma dedicata ai Casamonica con ospite l’assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, per parlare ancora una volta dei funerali del boss. “Lasciateci fare il nostro mestiere”, ha detto Vespa.
Ora, che il mestiere di Bruno Vespa fosse quello di stare dalla parte dei potenti, non c’era nessun dubbio, ma che su una TV di stato, per la quale i cittadini pagano una tassa annuale (il canone RAI), vadano in onda trasmissioni nelle quali presenziano e parlano, cercando di presentarsi come cittadini “esemplari” , è davvero troppo.