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Guardarsi in bocca: un tumore e quattro pretumori su 120 visite

88ca38_43f40591ccd14d968938768b5455b7dcIl Cenacolo Odontostomatologico Milanese ha iniziato a illustrare i risultati della campagna “Guardarsi in bocca–un gesto semplice per la salute”, mirata all’intercettazione precoce del cancro della bocca, organizzata insieme con l’Università degli Studi di Milano e svoltasi nel corso di tutto il 2015.

Alla campagna hanno dato patrocinio il Comune di Milano, la Società Italiana di Patologia e Medicina Orale, la Fondazione IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori, l’Associazione Igienisti Dentali Italiani e il Cenacolo Odontostomatologico Italiano–Associazione Italiana di Odontoiatria Generale.

Il progetto, di grande rilevanza sociale e culturale, si prefiggeva di promuovere la prevenzione del carcinoma orale nella popolazione milanese con le seguenti modalità:

informare sull’esistenza del cancro della bocca e sulla sua prognosi infausta in caso di diagnosi tardiva;

dare istruzioni su come osservare la propria bocca per identificare eventuali lesioni sospette;

far conoscere i fattori di rischio del cancro orale;

comunicare gli stili di vita corretti per la prevenzione del cancro orale;

elencare le strutture milanesi dove viene fatta diagnosi di cancro orale.

In forza di questa iniziativa, i cittadini milanesi sono stati invitati per tutto lo scorso anno a “guardarsi in bocca”; al minimo dubbio potevano a centri, pubblici o privati, elencati nei siti del Comune, dell’Università e del Cenacolo, per un esame alle mucose.

 

I primi dati. I risultati della campagna Guardarsi in bocca verranno illustrati nel dettaglio tra alcuni mesi. Federica Demarosi ha anticipato il primo di essi, probabilmente il più significativo: delle centoventi visite effettuate nell’ambito della campagna, in un caso è emersa una neoplasia e in quattro una pre-cancerosi.

Sono numeri da considerare con attenzione, perché, se letti su ampia scala, svelano un fenomeno da monitorare, soprattutto alla luce del grande potere che in questo caso ha la prevenzione. Questa forma di tumore, se diagnosticata con prontezza (al primo stadio), ha un tasso di mortalità molto basso: appena il 4%.

Occorre inoltre sottolineare che, con l’eccezione delle neoplasie cutanee, non esiste cancro più facilmente diagnosticabile di quello orale: basta aprire la bocca e farsi controllare le lesioni sospette da uno specialista. Sono le semplici modificazioni di colore delle mucose orali o la modificazione della trama tissutale a rappresentare il potenziale segno precoce dello sviluppo di un cancro orale.

Federica Demarosi ha dichiarato: «La lotta a una malattia come il cancro alla bocca si fa tutti insieme. Per questo abbiamo cercato di coinvolgere nella nostra campagna sia le istituzioni locali (Comune, ospedali e università), sia le associazioni scientifiche più prestigiose in materia (Sipmo–Società italiana di patologia e medicina orale) sia le associazioni del team odontoiatrico, Siaso–Sindacato italiano assistenti studio odontoiatrico e Aidi–

Associazione igienisti dentali italiani. Troviamo di gran lunga preferibile che, invece di tanti singoli progetti a cura di ciascuna di queste associazioni, tutte insieme lavorino in sinergia su progetti comuni per raccogliere dati epidemiologici significativi che consentano di raggiungere risultati migliori – risultati irraggiungibili se nella campagna non si coinvolgono i centri di riferimento ai quali inviare immediatamente i dubbi diagnostici».

«Noi del Cenacolo, in questa occasione, abbiamo raccolto e analizzato risultati concreti desunti dall’attività clinica. Numeri piccoli ma reali. Era ed è l’unica strada percorribile. I progetti di prevenzione su larga scala si basano su dati epidemiologici che in Italia per le patologie delle mucose orali non esistono. Tra qualche mese presenteremo i dati nel dettaglio, dopodichè bisognerà raccogliere i numeri di altri progetti pilota come questo per amplificarli.

«L’adesione della cittadinanza è stata soddisfacente, considerata la disinvoltura con cui le lesioni orali vengono generalmente considerate (la tendenza di ognuno di noi è quella di affibbiare loro l’etichetta di “infiammazione”, che sottintende benignità). Per cui siamo ottimisti sulla risposta ad altre iniziative come questa, su scala non solo milanese ma anche regionale e nazionale».