Affrontiamo l’argomento della lotta al fumo con l’intenzione di chiarire ancora una volta quali siano i rischi cui si può incorrere fumando e quali siano le strategie per ridurli sensibilmente qualora non si intenda smettere.
Perché si inizia a fumare?
Generalmente per un insieme di ragioni che si possono sintetizzare con voglia di sentirsi grandi, trasgressivi, parte di un gruppo, accettati e, soprattutto, perché si pensa di poter smettere in qualsiasi momento.
Invece il fumo piace, si usa per “caricarsi“ o rilassarsi, è un modo per esprimere la propria identità, ha una gestualità che riempie i momenti liberi della giornata diventandone parte integrante ma, soprattutto, crea dipendenza fisica e psicologica.
La nicotina
L’elemento che crea tale dipendenza è la nicotina, alcaloide del tabacco, oleoso e incolore, prodotto dalla pianta del tabacco Nicotiana Tabacum. In natura svolge un’azione altamente protettiva per gli animali erbivori data la sua alta tossicità: infatti 50 mg di sostanza pura possono uccidere un uomo. Nel fumo di tabacco agisce come eccitante del sistema nervoso centrale e periferico (funzione stupefacente) è in grado, infatti, di attivare la via mesolimbica, il circuito all’interno del cervello che regola le sensazioni di euforia.
Assunta in piccole dosi la nicotina stimola il rilascio di dopamina oltre ad altri neurotrasmettitori come serotonina, vasopressina e adrenalina che generano senso di euforia nel fruitore. Nei consumatori abituali si sviluppa una forte dipendenza psichica dalla sostanza, alla quale si aggiunge una più o meno forte dipendenza fisica. I sintomi dell’astinenza comprendono sensazione di vuoto, irritabilità e talvolta stipsi, ma anche dolore alle ossa (schiena, gambe e braccia). Il loro picco è raggiunto spesso tra le 48 e le 72 ore dall’ultima sigaretta. Benché la quantità di nicotina inalata tramite il fumo di tabacco sia piuttosto piccola (la maggior parte della sostanza è distrutta dal calore) è comunque sufficiente a creare dipendenza. La quantità effettivamente assorbita dal corpo dipende inoltre da altri fattori, quali il tipo di tabacco, l’effettiva inalazione, la presenza di un filtro.
Non appena la nicotina entra in circolo, viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna, tramite la quale arriva al sistema nervoso e, data la sua capacità di attraversare la barriera ematoencefalica, giunge al cervello, dove agisce sui neuro-recettori dell’acetilcolina. A basse concentrazioni aumenta l’attività di questi recettori. La cotinina è un prodotto del metabolismo della nicotina che permane nel sangue fino a 48 ore, perciò può essere usato come indicatore dell’esposizione individuale al fumo.
Inoltre la nicotina, come gli altri agonisti, agisce anche sugli eterorecettori nicotinici che si trovano sulle fibre pre-sinaptiche dei neuroni dopaminergici, con un effetto di modulazione positiva, provocando cioè un aumento del rilascio di dopamina; le sigarette non solo stimolerebbero i neuroni dopaminergici a liberare dopamina, ma ne limiterebbero anche la degradazione enzimatica. Secondo molti questo contribuirebbe a rendere la dipendenza da nicotina ancora più difficile da eliminare. (1)
Ma non è tutto: la nicotina fa aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca ed è quindi connessa a maggiori rischi per quanto riguarda le patologie cardiovascolari e, inoltre, durante la combustione produce sostanze chimiche molto nocive.
Oltre a tutto ciò la nicotina produce un curioso effetto a livello gastrico in sinergia con altri componenti del fumo di tabacco. A pochi minuti dall’assunzione di fumo di tabacco si verifica un incremento del 15% della secrezione di HCl (acido cloridrico) da parte della mucosa gastrica, oltre a un aumento generale della peristalsi gastrointestinale. Questa potrebbe essere la ragione per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti, specie se abbondanti.
Dapprima la nicotina ha un effetto apparentemente benefico ma con l’andare del tempo buon umore e rilassamento vengono meno lasciando il posto a una nuova richiesta di nicotina. Più si fuma più la dose richiesta dal cervello aumenta ed è così che si diventa dipendenti. A parte la nicotina, però, ogni fumatore ha motivi personali che contribuiscono a rendere molto difficile smettere di fumare come rilassarsi, combattere la noia o la solitudine o mangiare di meno.
Tutti incolpano la nicotina ma pochi parlano dei danni causati dalla combustione della carta e del tabacco e dei depositi di catrame, polveri e metalli all’interno dell’organismo che sono certamente le cause più importanti di crescite tumorali.
Catrame, Idrocarburi Policiclici
Aromatici e particolato fine
Quando si fuma una sigaretta, la combustione del tabacco è incompleta. Ciò comporta la formazione di molte specie chimiche generalmente altamente tossiche tra le quali si annoverano i catrami. Questi sono un insieme di sostanze organiche liquide, con un punto di ebollizione molto alto a causa dell’elevato peso molecolare, che non vengono vaporizzate adeguatamente e finiscono nell’ apparato respiratorio sotto forma di aerosol nocivo per la nostra salute.
Dalla combustione incompleta della sigaretta, vengono anche generate una serie di sostanze denominate Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), che sono fortemente cancerogeni. Il più famoso di questi è il benzo(a)pirene.
Un altro nemico insidioso è costituito dal particolato fine che si insinua negli alveoli, e dal monossido di carbonio (CO), sostanza molto tossica e pericolosa che, legandosi stabilmente con l’emoglobina, interferisce negativamente con il processo di trasporto dell’ossigeno nell’organismo.
Nitrosammine Tabacco Specifiche (NTS) e sostanze irritanti
Le nitrosammine, famiglia di composti chimici originata, in questo caso, da ossidazione e parziale combustione della nicotina e altri alcaloidi, possono avere effetti gravemente nocivi e portare alla formazione di tumori a livello dell’esofago e del fegato. Una nitrosammina particolarmente presente nel fumo è la N-nitrosanabatina.
La formazione di ammoniaca, ammine aromatiche, formaldeide e altre sostanze irritanti può avere diverse origini, tutte comunque legate alla decomposizione termica e alla combustione del tabacco stesso. Si tratta anche in questo caso di sostanze più volte segnalate come cancerogeni o sospetti cancerogeni.
Metalli pesanti e isotopi radioattivi
Ultimi, ma non per importanza, i metalli pesanti che vengono respirati insieme al fumo di sigaretta, la cui pericolosità è variabile ma comunque conclamata. Tra i metalli maggiormente presenti nelle sigarette troviamo il Cadmio, il Cromo anche nella famigerata forma esavalente particolarmente tossica oltre a Selenio, Arsenico, Nickel, Piombo. Un insieme di specie chimiche che contribuisce a rafforzare un quadro di tossicità già particolarmente critico.
Da non dimenticare l’isotopo 210 del Polonio, particolarmente radioattivo. Il Polonio 210, abbondante in natura, si trova anche nel tabacco, tanto che la dose equivalente di 28 radiografie è possibile subirla fumando 20 sigarette al giorno nel corso di un anno ed è causa di almeno il 10% dei tumori legati al fumo.
Malgrado le continue campagne di informazione sui danni che il fumo provoca alla salute i fumatori sembrano non dare il giusto peso all’argomento.
Uno studio del 2016, pubblicato sulla rivista Science (2), mette per la prima volta in evidenza il rapporto diretto tra sigarette fumate e alterazioni cellulari nei vari organi: ogni 50 sigarette fumate si verifica, in media, una mutazione del DNA per cellula del polmone.
Fumare 20 sigarette al giorno per un anno indurrebbe 150 mutazioni per le cellule polmonari, 97 per le cellule della laringe, 39 in faringe, 18 per la vescica e 6 per il fegato. Secondo l’autore Alexandrov “fumare è come giocare con la roulette russa: più si gioca, più alta è la possibilità di mutazioni che colpiranno i geni giusti e si svilupperà il cancro”.
E’ altresì vero, però, che moltissimi fumatori non si ammalano mai.
Ricordiamo che il fumo di sigari e sigarette non solo è dannoso per il consumatore ma anche per chi gli vive accanto. Per arginare i danni del fumo passivo, a partire dal 1975, con la Legge n° 584 del 11/11, si poneva il “divieto di fumare in determinati locali e su mezzi di trasporto pubblico”. In seguito tale legge ha subito variazioni tra Decreti, Circolari, direttive e Accordi Stato Regioni per arrivare alla Legge 3/2003 sulla “Tutela della salute dei non fumatori” che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, pubblici e privati, quindi anche a studi professionali, uffici privati, bar, ristoranti e altri esercizi commerciali, stabilendo il principio che non fumare nei locali chiusi sia la regola. Nel 2004 con l’accordo Stato Regioni del 16/12 la legge è stata estesa anche alle provincie autonome di Trento e Bolzano.
Appare chiaro che per abbandonare il fumo occorra prima di tutto una grande dose di volontà unita a una valida motivazione.
E’ molto difficile demolire un’abitudine radicata tanto da diventare dipendenza sostituendola con un’altra in grado di sopperire alla prima senza che si trasformi essa stessa in una dipendenza. Ma molto spesso non si riesce a smettere da soli ed è per questa ragione che abbiamo a disposizione molti aiuti che ci vengono offerti sia a livello farmacologico sia psicologico.
Centri antifumo
Sul territorio nazionale sono presenti quasi 400 Centri antifumo dove un’equipe di esperti medici e psicologi aiuta a smettere di fumare con vari strumenti: il counselling individuale, la terapia di gruppo e la prescrizione di prodotti sostitutivi della nicotina e farmaci per la disassuefazione.
L’elenco dei centri antifumo è consultabile on-line.
Sul sito dell’OssFad http://www.iss.it/osfad Osservatorio fumo, alcol e droga, organo ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità e su quello del Ministero della Salute – http://www.ministerosalute.it della Lega Italiana contro i tumori – http://www.legatumori.it , nella sezione “Stop al Fumo”.
Devices contenenti nicotina
Fin dagli anni ‘90 sono stati messi a punto molteplici devices come patches, spray nasali, chewing gum, tutti contenenti nicotina in varie percentuali, volti a portare l’organismo a eliminare gradualmente la richiesta di nicotina somministrandone dosi a scalare.
Tra i vari marchi, uno dei leader del settore è certamente Nicorette che da più di 40 anni fornisce sostituti del tabacco per l’assunzione di nicotina.
L’efficacia dell’introduzione di nicotina nell’organismo attraverso prodotti sostitutivi con dosi a scalare che siano cerotti, gomme da masticare, compresse da succhiare o inalatori orali è stata dimostrata da una revisione Cochrane che ha valutato 150 studi controllati su 50.000 fumatori.
Tutti, in egual misura, controllano il disagio fisico provocato dalla mancanza di nicotina aumentando del 50/70% le probabilità di successo di chi intende veramente smettere di fumare. Si acquistano in farmacia senza ricetta, sono sicuri anche in gravidanza purché assunti rispettando dosi e tempi indicati.
Farmaci
In alcuni casi il medico può prescrivere dei farmaci per ridurre i sintomi da astinenza e il desiderio o il piacere per il fumo.
I più consueti sono il Bupropione e la Vareniclina da assumersi dietro stretto controllo del medico, non dispensati dal Sistema Sanitario Nazionale e piuttosto costosi e non privi di effetti collaterali.
Più recentemente è stata introdotta la Citisina, un prodotto galenico in capsule con un meccanismo di azione simile alla Vareniclina. Anche per la Citisina si richiede la ricetta medica, è a carico del paziente ma meno dispendiosa dei precedenti.
Tra il 2012 e il 2016 sono stati pubblicati diversi studi su efficacia ed effetti collaterali di Bupropione e Vareniclina comparati col placebo e prodotti sostitutivi. (3, 4) L’effetto più avverso della Vareniclina è la nausea all’inizio del trattamento che, generalmente, tende a sparire in pochi giorni. Sembrerebbe essere più efficace nel lungo periodo rispetto al Bupropione. La conclusione è che le sostanze sostitutive siano tutte grossomodo equivalenti e possano essere un valido aiuto per smettere di fumare ma non esiste un’evidenza scientifica per la cessazione a lungo termine.
Pubblicazioni
In libreria si possono trovare diversi manuali con alcune indicazioni per chi è intenzionato a smettere di fumare; possono aiutare ad affrontare le difficoltà, ad approfondire le motivazioni che spingono ad accendere la sigaretta, per arrivare a riuscire a spegnerla per sempre, grazie anche alle testimonianze di chi ce l’ha fatta e molti altri.
Sigaretta elettronica
Per combattere il dannosissimo fumo di sigaretta, negli anni ’60 è stato messo a punto un dispositivo elettronico in grado di mimare la gestualità del fumatore riducendo sensibilmente gli effetti nocivi: la sigaretta elettronica o e-cig.
Nel 1965 fu depositato il primo vero brevetto di sigaretta elettronica a nome dello statunitense Herbert A. Gilbert, ma il primo prodotto commerciale comparve sul mercato cinese nel 2003 grazie ad un farmacista di Pechino, tale Hon Lik. La sua tecnologia a ultrasuoni venne poi commercializzata e brevettata come Ruyan cioè “quasi come il fumo” da una holding cinese, il Gruppo Golden Dragon. Col nome sigaretta elettronica si intendono quei dispositivi elettronici in grado di inalare vapore senza combustione.
L’e-liquid è una soluzione a base di:
– acqua potabile
– glicole propilenico E1520 (additivo alimentare e farmaceutico commestibile, potabile ed iniettabile, privo di effetti cancerogeni e genotossici)
– glicerolo E422 additivo vegetale alimentare
– aromi identificati dalla Normativa Europea come aromi naturali (estratti da alimenti e piante) che possono essere miscelati in percentuali differenti a seconda del gusto personale.
Nei fumatori dipendenti da nicotina si può aggiungere una quantità controllata di sostanza tale da attenuare la sensazione di astinenza derivata dal non fumo.
Il liquido viene poi vaporizzato da un atomizzatore alimentato da batterie ricaricabili. Il vapore verrà inalato dal fumatore che avrà la senzazione di fumare vedendo uscire il fumo aspirato.
I primi studi di controllo sono apparsi nel 2015 ed erano tutti concordi nell’affermare che la e-cig fosse innocua e diminuisse fino al 90% i danni derivati dal fumo di sigaretta.
In seguito, da uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association il 21 settembre 2017, si dedusse che la nicotina inalata da sigaretta e da ecig, entrando rapidamente nel circolo sanguigno e nel cervello provocando il rilascio di adrenalina, fosse causa di aumento della pressione arteriosa e di anomalie del battito.
Il dott. Holly Middlekaupf della David Geffen School of Medicine dell’Università della California di Los Angeles, affermò che tale rilascio sarebbe responsabile dell’aumento del rischio di infarto precoce e di morte improvvisa.
Inoltre il vapore delle sigarette elettroniche, pur essendo meno tossico di quello della sigaretta tradizionale, rilascia sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la salute.
Il 10 novembre 2017 l’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine
pubblicò un nuovo studio, condotto utilizzando solo campioni biologici umani con l’obiettivo di valutare l’effetto delle sigarette elettroniche sulle vie aeree, mettendo in serio dubbio l’assunto della potenziale innocuità delle e-cig. Gli autori riscontrarono, infatti, nell’escreato dei fumatori di e-cig alcune alterazioni in comune con quelle presentate dai fumatori di sigaretta tradizionale e altre del tutto peculiari ed esclusive.
Gli utilizzatori di e-cig mostrarono un significativo aumento delle proteine correlate allo stress ossidativo e alla detossificazione aldeidica, rispetto ai non fumatori. Inoltre risultarono elevate le proteine dell’immunità innata associate alla broncopneumopatia cronica ostruttiva.
In entrambi i casi si trattò di fenomeni che descrivevano un’alterata risposta dell’immunità innata del polmone. Un effetto biologico inatteso che riaprì la conversazione sulla sicurezza delle e-cig.
E ancora: a Catania 17 novembre 2017 è stato presentato alla Royal Society di Londra il nuovo studio sulle sigarette elettroniche denominato “Zero Rischi” e subito pubblicato sulla rivista “Scientific Report” del gruppo Nature. Si è trattato del primo studio al mondo che dimostrava l’assenza di danni a carico delle vie aeree e dei polmoni in utilizzatori che facevano uso regolare e protratto di sigarette elettroniche.
“Tenete sotto controllo la pressione arteriosa!” è il consiglio del prof. Vincenzo Soresi, Primario Emerito di Pneumologia Clinica dell’Ospedale di Niguarda, grande conoscitore delle patologie fumo correlate.
https://www.liaf-onlus.org/cig-italia-caos-londra-tutti-parlano-zero-rischi/
IQOS
Dati i danni derivati dalla combustione di carta e tabacco da più di due decenni si è studiato il sistema di riscaldare il tabacco senza bruciarlo.
La Philip Morris mise commercio, nel marzo del 2017, IQOS il nuovo sistema per il riscaldamento del tabacco.
IQOS è un dispositivo dall’elettronica sofisticata che riscalda le unità di tabacco pressato e non trinciato appositamente progettate. Riscalda il tabacco fino a 350° per rilasciare un vapore contenente nicotina.
Ecco il punto chiave: il tabacco in una sigaretta brucia a temperature superiori a 600°C, generando fumo che contiene sostanze chimiche nocive. IQOS riscalda il tabacco a temperature molto più basse, fino a 350°C, senza combustione, fuoco, cenere o fumo. Il riscaldamento a temperature inferiori rilascia il vero sapore del tabacco, mentre i livelli di sostanze chimiche nocive sono significativamente ridotti rispetto al fumo di sigaretta.
IQOS è composta da un’unità di tabacco riscaldata (chiamata HEETS o HeatSticks), un supporto e un caricabatterie.
Il consumatore inserisce l’unità di tabacco pressato nel supporto contenente un riscaldatore a controllo elettronico che, raggiungendo la temperatura di circa 350° C, trasmette il calore tramite una lamella presente all’interno del dispositivo. La sigaretta si inserisce nel dispositivo e un timer avvisa quando, raggiunta la temperatura, il prodotto possa essere utilizzato. Il calore resta costante per circa 6 minuti corrispondenti a circa 12-14 puff dopo i quali la sigaretta va eliminata.
Uno studio del novembre 2017 confermava la riduzione di sostanze dannose e potenzialmente dannose del 90-95% rispetto al fumo di sigaretta.
Lo studio pubblicato su “Regulatory Toxicology and Pharmacology” del 9 novembre 2017, ha dimostrato che nell’aerosol prodotto dal Sistema di riscaldamento del tabacco (Tobacco Heating System, THS 2.2), le sostanze dannose o potenzialmente dannose (Harmful or Potentially Harmful Constituents, HPHC) sono ridotte in media del 90-95% rispetto a quelle contenute nel fumo di sigaretta. L’aerosol prodotto da questo device, inoltre, presenta una ridotta genotossicità, mutagenicità e citotossicità rispetto alle sigarette tradizionali.
Test di tossicità
In questo studio, sono state valutate la possibile genotossicità, la citotossicità e la mutagenicità indotte dall’aerosol prodotto dal Sistema di Riscaldamento del Tabacco. Il test di Ames sulla mutagenicità batterica, il test di citotossicità di NRU (Neutral Red Uptake) e il test di genotossicità (effettuato su cellule linfomatose di topo) hanno rivelato una riduzione media del 85-95% rispetto alle alterazioni indotte dal fumo della sigaretta tradizionale.
La valutazione è stata effettuata sia sul Total Particulate Matter (TPM) che sulla Gas-Vapor Phase (GVP) in compliance con le linee guida internazionali INVITOX 3, OCSE 471 e OCSE 476.
Nel 2018 Pubmed pubblica un lavoro che riguarda i biomarkers relativi ai danni ai polmoni arrecati dal fumo di sigaretta comparati a IQOS. I risultati non sono troppo confortanti, rilevano infatti che non vi sia sostanziale differenza tra fumo di sigaretta e fumo di IQOS in relazione alle attivazioni di biomarcatori di potenziali danni ai polmoni.
La conclusione è che non vi sia a oggi un follow up sufficientemente ampio per trarre conclusioni sugli effetti di IQOS (5).
Non sono solo polmoni, cuore e apparato vascolare ad essere aggrediti dai danni da fumo ma molti altri organi risentono negativamente di questo vizio:
• gli occhi con danni alla retina, al cristallino e possibilità di comparsa di glaucoma, cataratta, maculopatia.
• La lingua e la gola.
• I denti e le gengive con parodontite, piorrea e alito cattivo.
• Le ossa con Osteoporosi e menopausa precoce.
• La disfunzione erettile negli uomini e la carenza di desiderio nelle donne.
• Il calo di fertilità sia negli uomini che nelle donne.
• Il cuoio cappelluto con ruolo importante nel determinare una calvizie precoce.
• L’invecchiamento precoce della pelle.
• La vescica e le vie urinarie con comparsa di forme tumorali
• Il seno, l’utero e l’ovaio
Per queste ragioni abbiamo coinvolto in questo progetto diversi eminenti professionisti che ci accompagneranno nei prossimi numeri per condividere con voi le loro conoscenze sull’argomento nell’intento di dare un grande contributo scientifico fruibile da tutti.
Affronteremo l’argomento con:
• Prof. V. Soresi, Pneumologia clinica
• Dott. C. Bonfioli, Radiologia
• Dott. F. Allegri, Pneumologia e Allergologia
• Dott.ssa F. Noli, Biologia e Nutrizione
• Dottoressa E. Munarini, Psicologa (Counselling)
• Prof. F. Biglioli, Chirurgia maxillofacciale
• Prof. A. Carrassi, Odontoiatria
• Dott. D. Di Piazza, Ostetricia e Ginecologia
• Prof. P. Larcher, Urologia
• Dott. C. Lucchini, Oculista
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