Su “Odontoiatria33” del 22-12-2015 si legge una bellissima intervista a Maurizio Tonetti, presidente della SIdP, dal titolo: “Non abbastanza attenzione sia dai dentisti che dai pazienti verso la patologia che mette a rischio la salute orale di 8 milioni di italiani”.
Stiamo parlando della parodontite. Dice Tonetti che le stime ci parlano almeno di 8 milioni di adulti con parodontite grave e di 3 milioni di adulti a rischio di perdita dei denti per parodontite.
Già questa frase è indicativa della situazione italiana: Tonetti è costretto a parlare di stime perché nessuno sa esattamente quale sia la situazione italiana poiché non viene fatto nessuno sforzo per avere dei dati epidemiologici affidabili.
D’altra parte nessuno ha neanche i dati dell’Afganistan, della Costa d’Avorio e della Nigeria. Dunque perché meravigliarci? In un Paese dove qualcuno racconta in giro che i livelli dell’odontoiatria italiana sono tra i migliori del mondo, nessuno sa quanti denti vengono estratti, quanti malati di parodontite ci siano sul territorio.
È evidente che l’idea di odontoiatria può essere molto diversa: da una parte punte di terapia di eccellenza assolutamente invidiabili, dall’altra la totale non curanza per i bisogni di salute di decine di milioni di italiani. Eppure, come giustamente dice Tonetti, “curare una intera dentatura affetta da parodontite diagnosticata precocemente, costa meno che sostituire un singolo dente perso per parodontite.”
Allora si può immaginare quale enorme risparmio sarebbe per l’economia italiana un precoce e corretto trattamento della malattia: non l’uso di un collutorio o di un dentifricio, ma igiene orale professionale e domiciliare. Igiene orale professionale che si basa su un’équipe addestrata, équipe che vede come sua componente imprescindibile l’igienista, che ha il tempo per fare correttamente prevenzione e che non scambia l’igiene orale con il verme sull’amo da pesca per attirare i clienti nello studio.
Igiene orale domiciliare che si basa sull’uso dello spazzolino (meglio elettrico) usato regolarmente e per il tempo necessario (almeno due minuti per volta). Eppure sappiamo che siamo un popolo che non si lava i denti, che mediamente non si spazzola per più di trenta secondi per volta, che usa setole “morbide” per non disturbare i poveri batteri che stanno sguazzando su gengive e denti e che sarebbe scortese spazzare via.
Tonetti ha perfettamente ragione, la SIdP sta facendo un grande lavoro. È ora che tutti gli altri raccolgano le forze per dire agli italiani: “lavatevi i denti!”.
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