Gira una pubblicità di “Implantologi.it – L’eccellenza in implantologia in Italia” che contiene alcune perle come:
a) “L’eccellenza in implantologia in Italia… Implantologi.it nasce … per selezionare solo i migliori implantologi italiani”. Però non c’è scritto come avviene questa selezione. Hanno fatto un concorso? Hanno fatto una selezione a Salsomaggiore facendo sfilare gli implantologi in costume da bagno, scegliendo così Mister Impianto 2016? Oppure hanno fatto una graduatoria sulla base delle pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali come COIR e JOMI? Hanno verificato la posizione di prestigio raggiunta nella carriera universitaria lanciando un concorso pubblico tra le cattedre? Hanno chiesto un parere alle grandi società scientifiche come AO, EAO, IAO? Non si sa. Ma poi, diciamolo pure, non è il caso di fare tanto i pignoli: che bisogno c’è di spiegare, documentare, dimostrare. Lo dice “implantologi.it”, non basta?
b) In “risposta alle domande frequenti” si legge: “Soffro di piorrea. Posso affidarmi all’implantologia?” risposta: “Certamente. Anzi l’implantologia a carico immediato è particolarmente consigliata a chi soffre di piorrea. A chi vuole riavere uno o più denti”. Tre righe per un capolavoro. Primo: non ci si affida all’implantologia, ma a un programma di igiene orale professionale e domiciliare, a un attento coinvolgimento del paziente con il team odontoiatrico, per raggiungere quella “alleanza terapeutica” che sola può condurre alla salute orale. Secondo: non è affatto vero che l’implantologia (perché poi quella a carico immediato?) è particolarmente consigliata…Consigliata da chi? Certamente non dalla comunità scientifica internazionale che, al contrario, continua a battere su due concetti fondamentali: se c’è malattia parodontale la terapia consiste nella igiene orale professionale e domiciliare e, eventualmente nella chirurgia ricostruttiva; se c’è malattia parodontale attiva non si fanno impianti, prima si cura la parodontite. Terza perla: la piorrea non esiste. Negli ultimi 30 anni si è compreso e studiato quanto complesse e articolate siano le diverse forme di malattia parodontale, quale sia il ruolo dei diversi ceppi batterici, quali i vari fattori concomitanti e aggravanti.
Ma si può andare avanti affermando evidenti falsità camuffate da verità scientifiche? Quale ruolo giocano gli Ordini dei medici che dovrebbero vigilare sulla correttezza e veridicità delle informazioni pubblicitarie rivolte al cittadino? Invece di strillare sulla “dignità della professione aggredita” perché non fanno qualche cosa (come è in loro potere) per intervenire in questi casi?
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