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Parodontite e rischio di eventi di malattie coronariche prevalenti e incidenti

La malattia coronarica è la più frequente della medicina cardiovascolare, e rimane la prima causa di morte, invalidità, morbosità. Nel nostro Paese causa il 35,8% di tutti i decessi, sappiamo che è per lo più una conseguenza dell’invecchiamento e, spesso, di una predisposizione familiare e anche il nostro stile di vita contribuisce però ad accelerarne lo sviluppo e a scatenarla: fumo, alimentazione sbilanciata, carenza di attività fisica, sovrappeso, le iperlipidemie, il diabete, l’ipertensione arteriosa e lo stress ne aumentano di molto il rischio. L’identificazione di tali fattori ha portato allo sviluppo di algoritmi di previsione dei rischi e ha stabilito modelli cardiovascolari per uomini e donne, considerando e ampliando nei fattori di rischio anche le condizioni socioeconomiche, la storia familiare, l’istruzione e l’attività fisica e non da ultimo la cura del cavo orale.

Studi epidemiologici hanno messo in evidenza una relazione sicura tra parodontite, infarto miocardico, ictus e mortalità.

L’associazione tra parodontite e malattie cardiovascolari si può spiegare attraverso il ruolo negativo esercitato dall’infiammazione sistemica sul processo di aterosclerosi e/o sulla destabilizzazione delle placche ateromasiche e/o sulla ipercoagulabilità, ma non da ultimo una risposta autoimmunitaria causata dall’elevata somiglianza tra alcuni peptidi antigeni di origine batterica, come le proteine HSP, e le proteine umane.

La parodontite è a livello globale una delle malattie non trasmissibili più diffuse, colpisce 11,2% della popolazione; nel Regno Unito circa il 45% di tutti gli adulti presenta m. parodontale e la prevalenza aumenta con l’età, ecco perché programmare uno studio così lungo nel tempo e studiare il suo ruolo come fattore di rischio nella malattia coronarica e nell’episodio acuto CHD.

A livello epidemiologico numerose revisioni sistematiche hanno sostenuto l’associazione tra parodontite e CHD acuto, (Baheka e al 2007-Blaizot 2009-Dietrich 2013). Leng e Al hanno eseguito una metanalisi di 15 studi comprensiva di 230.406 partecipanti confermando che gli individui con parodontite avevano un rischio significativamente maggiore di CHD acuto, tuttavia quando lo studio coorte è stratificato per età, in età superiore ai 65 anni la parodontite non è risultata un fattore di rischio per CHD acuto.

Nello studio di Winning e Patterson i soggetti selezionati sono stati fonte di ricerca dapprima in PRIME dell’Irlanda del Nord (Prospective Epidemiology Study of Myocardial Infarction), studio longitudinale di coorte iniziato tra il 1991 e il 1994 che ha monitorato 2748 uomini di età compresa tra i 50/60 anni, confermando i dati che mettono in relazione parodontite e malattie cardiovascolari, gli stessi soggetti entrano nello riscreening comprensivo di 1400 soggetti iniziato tra il 2001/2003 e finito nel 2015. Uno studio valutato nel tempo per eviden- ziare l’incidenza di CHD acuto (SCA, CABG, PCI) in pazienti con parodontite. Un’accurata anamnesi, la presenza concomitante di fattori di rischio e un’educazione nel ridurli, il controllo del biofilm sopra e sottogengivale, esame parodontale completo e test controllo sull’igiene domiciliare. La ricerca conferma che in soggetti di età superiore ai 65 anni la parodontite è associata alla malattia coronarica, ma non agli eventi CHD acuti.

Informazioni sul finanziamento:
Lo studio è stato sostenuto da sovvenzioni della British Heart Founda- tion (PG/14/9/30632), del Northern Ireland Research and Development Fund (RRG 5.22) e dell’Heart Trust Fund (Royal Victoria Hospital, Belfast).

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