Gli Studi

Periodontal medicine: salute della bocca e salute del corpo

copia-di-dsc_1057Nell’ultimo ventennio sono stati pubblicati nella letteratura internazionale molti lavori che evidenziano una possibile correlazione tra la malattia parodontale e alcune patologie sistemiche e la conclusione di molti di questi lavori è stata che mantenendo in salute la bocca, si prevengono/ curano alcune patologie sistemiche. Nel 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel “The World Oral Health Report” conclude “Oral health means more than good teeth; it is integral to general health and essential for well-being”.

In generale, dal punto di vista eziopatogenetico, si può affermare che i batteri patogeni che causano la parodontite sono in grado di penetrare all’interno dei tessuti gengivali e da lì entrare nel circolo ematico e/o produrre un’intensa risposta in ammatoria locale con ri essi sistemici. In questo modo possono provocare patologie più o meno serie anche in organi lontani da quello di partenza (www.//periomedicine.it).

Dati derivanti da studi clinici controllati hanno messo in evidenza un miglioramento dell’in ammazione sistemica dopo terapia parodontale non chirurgica (igiene orale professionale e domiciliare).

Questo suggerisce che la parodontite aumenta il carico in ammatorio sistemico contribuendo alla patogenesi di alcune malattie in ammatorie croniche. Numerosi studi dimostrano che chi soffre di parodontite ha valori di granulociti neutro li circolanti e parametri in ammatori sistemici (come la proteina C reattiva) elevati rispetto alle persone sane. In particolare, quest’ultimo parametro è un ottimo predittore per lo sviluppo di malattie ischemiche, aterosclerosi e imperfetto controllo metabolico del diabete.

Parodontite
e complicanze ostetriche

Il legame fra malattie parodontali e il parto pretermine è stato riportato per la prima volta da Offenbacher nel 1996. Da allora molti studi hanno confermato l’esistenza di una correlazione tra presenza di malattia parodontale nella madre e parto prematuro di bambini sottopeso. In particolare, la malattia parodontale è associata a un aumentato rischio di:

parto prematuro (mortalità perinatale)

neonati sottopeso

patologie della gravidanza (preeclampsia)

Alcuni processi in ammatori acuti della madre, anche localizzati lontano dal tratto genito-urinario, possono avere un ruolo nella comparsa di alterazioni patologiche della gravidanza.

Da un punto di vista eziopatogenetico, la correlazione tra parodontite ed eventi negativi associati alla gravidanza è supportata da due ipotesi sperimentali.

La prima si basa sulla possibilità che le donne con parodontite siano soggette a frequenti batteriemie. I batteri attivano una cascata di processi in ammatori a livello della placenta e del feto, con rischio di parto pre-termine e/o nascita di bambini sottopeso.

La seconda ipotesi si basa sul fatto che le parodontiti sono in grado di causare un aumento generalizzato delle citochine, sostanze ad attività pro-in ammatoria che provocano alterazioni a carico della placenta e del feto. Tra queste, sono rilevanti il ridotto incremento del peso corporeo del nascituro e lo sviluppo di contrazioni uterine premature, con rischio di parto pre-termine e/o di nascita di bambini sottopeso.

Parodontite e malattie cardiovascolari

La correlazione tra salute orale e malattie cardiovascolari è stata descritta per la prima volta nel 1989 dal cardiologo nlandese Muttila in uno studio caso-controllo che si era posto come obiettivo di identi care i fattori di rischio della sindrome coronarica acuta nei soggetti giovani. Nei propri studi Muttila ha riscontrato che la carie, e/o la malattia parodontale erano maggiormente presenti nei pazienti che avevano sviluppato un infarto miocardico acuto rispetto ai controlli.

Queste osservazioni sono state confermate nel 2012 quando il Consensus Workshop organizzato dalla Federazione Europea di Parodontologia (EFP) e dalla Accademia Americana di Parodontologia (AAP) sul tema: “Parodontiti e Malattie Sistemiche” ha confermato che: “Esiste una forte e consistente evidenza epidemiologica che la malattia parodontale aumenta il rischio di futura malattia cardiovascolare” (Jepsen S,Stadlinger B, Terheyden H, Sanz M: “Science transfer: oral health and general health – the links between periodontitis, atherosclerosis and diabetes” J Clin Periodont 2015; 42: 1071-73. Dorfer CE, et al.The association of gingivitis and periodontitis with ischemic stroke. J Clin Periodontol 2004; 31: 396401. Cueto A, et al. Periodontitis as risk factor for acute miocardial infarction. A case control study of Spanish adults. J Periodontal Res. 2005; 40(1):36-42). Esistono anche studi controllati che indicano che il trattamento della malattia parodontale migliora la funzione dell’endotelio (Buhlin K et al. Oral health and cardiovascular disease in Sweden. J Clin Periodontol 2002; 289: 254259. Soikkonen K et al. Radiographic periodontal attachment loss as an indicator of death risk in the elderly. J Clin Periodontol 2000; 27:87-92. Lavelle C. Is periodontal disease a risk factor for coronary artery disease? J Can Dent Assoc 2002; 68 (3):176180).

Aterosclerosi. La grande maggioranza dei soggetti positivi per calcificazioni carotidee presenta anche parodontite. La relazione tra l’estensione delle calcificazioni carotidee e la severità della parodontite dimostra una possibile correlazione tra le due patologie. Ricordiamo che le ortopantomografie possono evidenziare la presenza di calcificazioni carotidee (Ravon N et al. Periodontitis and carotid calcification. 4° Europerio. J Clin Periodontology 2003; suppl. 4 vol. 3).

Parodontite e diabete

Nella letteratura internazionale il diabete mellito è la condizione sistemica più frequentemente citata in associazione con le malattie dei tessuti parodontali.

L’incidenza e la gravità della malattia parodontale sono direttamente in uenzate dal diabete e, secondo alcuni Autori, la malattia parodontale diffusa e grave può influire sul controllo del diabete.

Il rischio per un soggetto diabetico di ammalarsi di malattia parodontale viene stimato essere 2-3 volte rispetto a quello di un soggetto non diabetico (Mealey BL, J Periodontol 2006, 77:1289-303).

Nel diabetico scompensato la malattia parodontale può essere più grave e a causa dei difettosi meccanismi di riparazione tissutale i risultati delle terapie sono meno prevedibili. Per queste ragioni è preferibile un approccio non chirurgico, associato a una terapia di mantenimento più scrupolosa del normale e un follow up più serrato (Rees TD. Periodontology 2000 (2000) 23:63-72). Alcuni autori hanno riconosciuto le

parodontiti aggressive come la sesta complicanza del diabete. (Mealey Pe-riodontology 2007)

Parodontite e patologie respiratorie

La malattia parodontale
e una scarsa
igiene orale
sono signi ca-
tivamente as-
sociate a un au-
mento del rischio
di malattia cronica ostruttiva polmona-
re. (Wang Z, et al. Periodontal health, oral health behaviours, and chronic obstructive pulmonary disease. J Clin Periodontol 2009;36:7505).

La placca batterica è una fonte di patogeni per lo sviluppo di polmonite (Imsand M, et al. Bronchopn e u m o n i a and oral health in hospidalized older patients. A pilot study. Gerodontology 2002; et19:66-72. al. Higt Sumi Y, correlation between the bacterial specoes in dentire plaque and pharyngeal microflora. Gerodontology 2003; 20(2): 84-7. El-Solh AA, et al. Colonization of dental plaques: a reservoir of respiratory pathogens for hospital-acquired pneumonia in istitutionalized elders. Chest. 2004 Nov; 126(5): 1575-82).

Prevenzione paradontale, prevenzione generale

La periodontal medicine si presenta ancora oggi come un enorme campo di ricerca, all’interno del quale si identi cano continuamente nuovi loni e nuove ipotesi. Le strade da percorrere per giungere a precise de nizioni sono ancora lunghe e complesse, ma ciò che emerge con sempre maggiore chiarezza è che prevenzione parodontale signi ca prevenzione generale contro molte patologie. Di conseguenza, l’odontoiatra e l’igienista rivestono un ruolo di fondamentale importanza nella prevenzione non solo delle patologie del cavo orale ma della salute globale.

LE PATOLOGIE CORRELATE

Di seguito elenchiamo le patologie per le quali oggi si è trovata una correlazione con la malattia parodontale.

malattie cardiovascolari

diabete

complicanze ostetriche (parti prematuri, patologie della 
gravidanza, nascite sottopeso)

patologie respiratorie

alcuni tumori (bocca, pancreas, mammella)

disfunzione erettile

malattia di Alzheimer

osteoporosi

artrite reumatoide

patologie gastrointestinali

insuf cienza renale cronica

 

PARODONTITE E ALTRE PATOLOGIE SISTEMICHE

Attualmente si stanno proponendo all’interno della periodontal medicine nuovi campi di ricerca, dal momento che le correlazioni nell’organismo umano tra le differenti situazioni patologiche sono molto più complesse di quanto si pensasse solo 20 anni fa: nel 2011, per esempio, uno studio ha ipotizzato una relazione tra malattie parodontali e diverse condizioni sistemiche, inclusa l’endometriosi. In seguito era stato ipotizzato un possibi-
le ruolo tra l’infezione dentale e l’infertilità maschile: sono stati considerati 75 maschi in lista d’attesa in una clinica per l’analisi dello sperma prima dell’inseminazione omologa.

Nello stesso giorno i pazienti hanno ricevuto anche un esame parodontale. La conclusione è stata che può esistere un’associazione tra l’infertilità maschile, la diminuzione della qualità dello sperma e le infezioni parodontali.

Nel 2012 viene inoltre pubblicata una ricerca nella quale si legge: «uno studio, condotto su 32.856 pazienti con disfunzione erettile e un selezionato gruppo di controllo randomizzato di 162.480 pazienti, ha dimostrato l’esistenza di una evidente correlazione tra disfunzione erettile e diagnosi pregressa di cronica periodontite».

Questo studio è stato poi ripreso nel 2013 sul Journal of Clinical Periodontology, dove si afferma che: «i dati suggeriscono che il trattamento parodontale può produrre bene ci addizionali con
il miglioramento delle condizioni nella disfunzione erettile; tuttavia, ulteriori studi sono necessari per comprendere il meccanismo di interazione tra le due terapie».