I due sindacati vincono una battaglia importante in difesa dei lavoratori e degli odontoiatri che vogliono essere in regola

Nonostante le ripetute sollecitazioni da parte di SIASO e SIOD al mondo della politica, compreso l’appello rivolto al Ministero a Roma nell’incontro del 30/10/2019, perché venissero modificati alcuni errori contenuti nel DPCM entrato in vigore il 21/04/2018 che istituisce il profilo (abilitante)
dell’Assistente di Studio Odontoiatrico (Aso) e il percorso di studi obbligatorio, a oggi non è arrivata alcuna risposta.
Alcuni problemi presentati erano e sono:
- L’inesistenza di corsi ridotti per le professioni normate. Ricordiamo che a oggi nessun altro professionista può essere assunto come ASO, proprio perché quello dell’ASO è una figura abilitante e tale deve restare.
- Nel DPCM si parla di “inquadramento contrattuale” di Assistente alla
poltrona. Questo inquadramento contrattuale NON esiste. - Il Ministero della Salute ha chiarito, il 30/10/2018, che l’Aso deve
provvedere ai costi della propria qualificazione, ma è anche vero che il dentista deve permettere di frequentare il corso e deve retribuire le ore nelle quali la lavoratrice (o il lavoratore) è al corso (art. 10 Statuto dei Lavoratori).
Avvicinandosi in modo drammatico la scadenza del 21 aprile 2020, data ultima per le assunzioni delle nuove Aso senza titolo, i sindacati SIASO e SIOD si sono ancora una volta rivolti alla politica: una lettera al Ministero e un intervento in Regione Lombardia in occasione della discussione del Piano Sanitario Lombardo, affinché almeno venisse rinviato di un anno il termine suddetto per dare tempo al Ministero di sistemare gli errori senza penalizzare i lavoratori.
Tale rinvio va anche nel senso di aiutare gli odontoiatri che necessitano di una nuova assistente, o che hanno bisogno di sanare la situazione dei lavoratori già assunti, non qualificati.
In Regione Lombardia, il Vicepresidente del Consiglio Carlo Borghetti si era
detto disponibile a perorare la causa. Una risposta positiva arriva oggi dall’on. Raffaele Nevi che presenterà un ulteriore emendamento al Milleproroghe, proprio per posticipare la scadenza di cui sopra di un anno.
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