Interviste

Dentista? L’anticoagulante non deve essere sospeso

Intervista alla Dr.ssa Federica Demarosi
Capita a tutti, ma proprio a tutti di dover andare dal dentista: un semplice controllo, una pulizia professionale o un doloroso mal di denti.

Il modo per limitare gli incontri con il dentista per il mal di denti è la prevenzione: per lo più basta lavarsi sempre e accuratamente i denti dopo i pasti. Spazzolino da denti, scovolino e dentifricio sono gli strumenti fondamentali per mantenere bocca e denti in buona salute; lo spazzolino elettrico è preferibile perché riesce ad arrivare negli angoli più difficili e, inoltre, quando la manualità diminuisce a causa dell’età, rende più facile la pulizia. Se si notano piccole quantità di sangue mentre si spazzolano i denti non bisogna allarmarsi, è il segnale che è in atto un’infiammazione gengivale dovuta, nella maggior parte dei casi, all’accumulo di placca. L’infiammazione è facilmente trattabile con una seduta di pulizia professionale dal dentista.
Quando un paziente in terapia anticoagulante cronica, sia con warfarin sia con i farmaci di nuova generazione, deve affrontare un intervento di chirurgia odontoiatrica è importante che informi subito l’odontoiatra, in modo che possa mettere in atto le strategie adatte e informare il paziente su cosa deve fare. Inoltre, i pazienti con malattie valvolari cardiache o i portatori di protesi valvolari devono ricordarsi di fare sempre la profilassi antibiotica prima di sottoporsi a qualunque intervento dal dentista, anche la pulizia.

“In generale la terapia anticoagulante, sia con i dicumarolici sia con i NAO, non deve essere sospesa in previsione di un intervento odontoiatrico, – informa la Dr.ssa Federica Demarosi, Medico Odontoiatra, Professore a contratto Università degli Studi di Milano e Università del Piemonte Orientale – vanno semplicemente intraprese alcune azioni”. – E continua – “Quando si assumono farmaci antivitamina K, l’INR deve essere in range tra 2 e 3. La cosa migliore è disporre del risultato dell’INR del giorno stesso, quindi programmare l’intervento nel pomeriggio, in modo che il paziente possa effettuare il controllo al mattino”.
I NAO, sono a dose fissa e non richiedono il controllo. Per entrambe le categorie di farmaci vengono attuate alcune azioni per limitare il sanguinamento e date indicazioni su come comportarsi nei giorni successivi all’intervento. È importante che l’area dell’intervento sia il più possibile “pulita” in modo da consentire un’ottima visibilità della zona. “Di norma un intervento dura meno 45 minuti. – Spiega la Dr.ssa Demarosi – L’anestesia viene somministrata con vasocostrittore per limitare il sanguinamento e, una volta terminato, molto importante è il posizionamento della sutura”. – E continua – “Per quanto riguarda il post intervento, vengono dati al paziente una serie di consigli e azioni da intraprendere. Nell’immediato, il miglior metodo per l’emostasi è la compressione della parte, anche il freddo è efficace per bloccare il sangue. Per ottenere l’emostasi è indicato anche l’impiego di garze imbevute di acido tranexamico. In caso di dolore, preferire ilparacetamolo o il tramadolo rispetto ai farmaci analgesici, come aspirina e altri FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei).
Nei giorni successivi è consigliabile non mangiare cibi troppo caldi o troppo freddi. Evitare di fare sforzi eccessivi che possono far aumentare la pressione arteriosa e stare troppo a lungo sdraiati durante il giorno. – E conclude – È normale che ci sia qualche piccola perdita ematica, che scompare nell’arco di pochi giorni”.

intervista a cura di Livia Gamondi

FONTE: www.anticoagulazione.it

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